Jared Leto spiega come è diventato il Joker di Suicide Squad

Manca sempre meno all’uscita del tanto atteso film “Suicide Squad”, arriverà al cinema il 18 agosto, che vede tra i protagonisti anche Jared Leto nei panni del perfido Joker e l’attore premio Oscar svela i processi che lo hanno condotto a trasformarsi nel folle villain:

“Sapevamo di dover esplorare nuovi territori. Prima di noi sul personaggio è stato fatto un grande lavoro e noi dovevamo seguire direzioni diverse. Così fin dall’inizio abbiamo cercato di pensare in modo differente, sapendo cosa potevamo e non potevamo fare. Questo ci ha aiutato molto. Ma il Joker è fantastico perché non ha regole, agisce d’istinto.”

Come è avvenuta, in pratica, la trasformazione fisica e psicologica che ha portato Jared Leto a incarnare una figura folle e imprevedibile come il Joker?

“Prima di tutto mi sono documentato, ho fatto ricerche sul personaggio, ho letto tutto ciò che ho trovato, cercando di andare alla fonte. Poi mi sono dovuto fermare. Il Joker, infatti, era stato ridefinito e reinventato molto volte. Credo che la cosa positiva sia il fatto che ciò che è stato fatto nel passato possiede un’essenza comune, lo spirito del Joker. Al tempo stesso, però, era possibile, anzi necessario, fare tabula rasa e ricominciare da capo. Dopo essermi documentato, ho dovuto resettare tutto e cominciare dall’inizio per costruire qualcosa dalle fondamenta. E’ avvenuta una trasformazione, una trasformazione fisica.”

Dopo essersi documentato su libri e fumetti, Jared Leto ha così deciso di ripartire da zero usando come fonte d’ispirazione la realtà:

“La violenza del Joker è una sinfonia. Proviene da qualcuno che ha un estremo rispetto per la violenza e la manipolazione. Ho incontrato esperti, medici, psichiatri che hanno a che fare con psicopatici e con persone che hanno commesso crimini orrendi, ho trascorso del tempo con queste persone, gente che ha passato molti anni in carcere. Quando accetti di interpretare un ruolo, qualsiasi ruolo, diventi un po’ detective, un po’ sceneggiatore. Questa è la fase preferita del processo per me, la scoperta, la comprensione e la costruzione del personaggio. E’ davvero divertente.”