Le Morti più scioccanti delle Serie TV

Quante volte vi è capitato di seguire una serie tv, affezionarvi a un personaggio e poi vederlo morire? Ecco qui tutte le morti più scioccanti.

È inevitabile, prima o poi uno dei nostri personaggi preferiti muore. Negli anni si sono succeduti decessi che ci hanno fatto piangere, disperare e addirittura smettere di seguire molte serie tv. Ecco qui di seguito tutte le morti più tragici che avremmo voluto dimenticare:


Uno dei momenti più tragici in assoluto. 10 anni dopo, stentiamo ancora a crederci. Al pari della morte di Jen nella puntata conclusiva di Dawson’s Creek, l’incidente stradale che è costato la vita alla povera Marissa non ha segnato solo la fine di una delle storie d’amore più tormentate e amate della Tv, ma ha anche contribuito a mettere la parola fine a uno dei teen-drama di maggior successo, The O.C. che, dopo la morte della sua protagonista, è andanto incontro a un finale decisamente sottotono.

OMAR LITTLE (interpretato da Michael K. Williams), personaggio di The Wire. È stato ucciso da Kenard nell’ottavo episodio della quinta stagione. È stato versato parecchio sangue in The Wire, ma quel che rende questa morte particolarmente scioccante è la sua spaventosa casualità. Per cinque stagioni, Omar è stato il dio della guerra nelle principali strade di Baltimora, praticamente invincibile (è sopravvissuto pur saltando giù da un edificio). Date le amibizioni dell’interprete, il decesso di Omar era solo una questione di tempo, ma è stato comunque sorprendente e molto emozionante: a sparargli non un membro di una gang o un poliziotto, ma un adolescente, Kenrad.

Ebbene si, anche il dottor stranamore ci ha abbandonato, la morte di Derek ci ha devastato. Dopo essere stato investito da un camion viene portato in un ospedale in cui trascurano il suo trauma e si dimenticano di fare una TAC al cranio. Una volta portato in sala operatoria si rendono conto del trauma cranico e il chirurgo tarda ad arrivare.

La morte che non ci si aspetta. Dopo aver scelto per dovere quasi morale di rappresentare un ragazzo problematico, l’avvocato durante il processo rimane mortalmente coinvolto nella sparatoria causata proprio dal suo cliente, riuscendo prima però con un atto altruista a evitare altro spargimento di sangue. Il legal drama non è esattamente il genere in cui ci si aspetta che un personaggio principale possa morire da un momento all’altro, è questo il fattore che ha reso la svolta presa dagli autori incredibilmente scioccante per i fan, anche quelli che non amavano il personaggio. La decisione è stata presa anche a causa della scelta di lasciare la serie di Josh Charles, attore interprete di Will. L’intenzione iniziale dell’attore era quella di uscire già dopo la quarta stagione, ma ha accettato di restare anche per la stagione successiva dopo essere stato convinto da Julianna Margulies, attrice protagonista e produttrice della serie. Gli autori hanno dichiarato di aver optato per la morte come uscita di scena per dare un taglio netto che ha permesso al resto dei personaggi di trasformarsi.

Un colpo al cuore per tutti i fan di “Downton Abbey”: Matthew Crawley (Dan Stevens), dopo essere sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale, dopo essersi ripreso da una ferita quasi mortale che gli ha impedito di camminare per lungo tempo e dopo essere finalmente riuscito a sposare l’amore della sua vita, lady Mary (Michelle Dockery), muore banalmente in un incidente d’auto. Ad aggravare lo shock è il fatto che il fascinoso Matthew correva con la sua macchina perché pazzo di gioia: era appena diventato padre e stava per dare la bella notizia alla famiglia. Un colpo davvero basso degli autori per giustificare il mancato rinnovo del contratto dell’attore Dan Stevens.

Chi non ha odiato, almeno una volta, Shonda Rhimes in questi dieci anni di Grey’s Anatomy? La sceneggiatrice ha sempre avuto la sadica dote di creare improbabili catastrofi e tragiche morti per i suoi protagonisti, lasciando spesso i fan in lacrime. A tal proposito, facciamo un viaggio nel tempo e catapultiamoci tra la fine della quinta stagione e l’inizio della sesta, negli episodi Now or Never e Good Mourning: in ospedale arriva uno sconosciuto dal volto sfigurato che, per salvare una ragazza, è stato investito e trascinato per un intero isolato da un autobus. Nessuno ha idea di chi sia quel coraggioso ragazzo, fino a quando questi non scrive sulla mano di Meredith 007. “È George, lo sconosciuto è George”, urla Grey in preda al panico. Nessuno vuole crederci al Seattle Grace Hospital, lo sconosciuto è George O’Malley. In sala operatoria George lotta tra la vita e la morte e tutti cercano, in vano, di salvarlo. Il dolce Georgie muore, così, tra l’incredulità e le lacrime disperate di tutti i suoi amici e colleghi (e, ammetto, anche mie). Le motivazioni che hanno portato all’uscita di scena del personaggio interpretato da T. R. Knight non le analizziamo in questa sede, ma George O’Malley resta, comunque, uno dei personaggi più amati e compianti dello show. Con quel suo carattere timido e impacciato, il sorriso ingenuo e la sua bontà disarmante da bravo ragazzo era riuscito a conquistare totalmente il pubblico.

La morte di Eddard “Ned” Stark (Sean Bean), lord di Grande Inverno, per ordine di Joffrey (Jack Gleeson) è uno degli shock televisivi di maggiore impatto degli ultimi anni. Il protagonista di “Game of Thrones” muore ingannato da chi credeva alleato ed è costretto a dichiarare di essere un traditore davanti alle sue figlie prima di essere decapitato: una morte disonorevole per un uomo che ha fatto dell’onore il suo valore principale. La morte di Ned è anche assolutamente geniale: in questo modo George R.R. Martin, fa capire che nessuno è al sicuro, nemmeno i protagonisti, e che quindi la storia di “Game of Thrones” è imprevedibile. Certo, il fatto che abbiano ingaggiato Sean Bean per il ruolo, attore che detiene il record di maggior morti sul piccolo e grande schermo, ha diminuito un po’ la sorpresa.

Morta suicida nel tredicesimo episodio della quarta stagione. L’episodio finale di Battlestar Galactica inizia in modo tetro: Dualla è appena tornata da un appuntamento romantico con il suo ex-marito Lee. Si guarda allo specchio, sorride, poi prende una pistola, la punta alla tempia e preme il grilletto.

Alla fine della seconda stagione di N.C.I.S., è stata protagonista di una scena che ha colpito particolarmente anche il pubblico italiano perché altamente imprevista. Durante una sparatoria resta ferita nel tentativo di salvare la vita al suo collega Leroy Jethro Gibbs (Mark Harmon) e al termine dell’azione si scopre, che non è in pericolo di vita… fino al momento in cui, durante i festeggiamenti, viene colpita mortalmente da un cecchino.

Muore in un incidente stradale durante l’ultima stagione. Di grande successo in America, prodotta e interpretata da Ken Olin, uno dei creatori di Brothers and Sisters, Thirtysomething è inedita in Italia. Dopo aver seguito la battaglia contro il cancro alle ovaie di Nancy (Patricia Wettig, Holly Harper in Brothers and Sisters e moglie di Olin) e mentre ci prepariamo al peggio, pronti a sapere se è invasa da metastasi, arriva una buona notizia. Giusto il tempo di abituarsi all’idea… ed ecco la frase devastante: Gary (Peter Horton) è morto in un incidente d’auto. Fra le sue cose un dono per lei, una copia di Attraverso lo Specchio e Quel che Alice vi Trovò.

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Il mitico Dan muore d’infarto durante il matrimonio della figlia Darlene. La morte del pater familias di questa sit-com non fu accolta bene dal pubblico. Le cose sembrano mettersi bene per la famiglia Conner durante la nona stagione: hanno vinto 108 milioni alla lotteria, Darlene ha avuto un bambino, Jackie trova la sua dolce metà e Dan sta meglio dopo l’infarto che ha avuto nel corso della stagione precedente. Ma – citando Dallas – si tratta solo di un sogno. Come scopriamo nel series finale, Dan è morto sul serio durante le nozze di Darlene, e tutto ciò che è successo dopo è stato creato da Roseanne per superare il lutto. Almeno – come sottolinea EW – hanno evitato la maledizione della lotteria.

Uccisa brutalmente a coltellate da uno psicopatico che durante la sesta stagione era ricoverato nell’ospedale di Chicago dove era ambientato ER – Medici in prima linea.

Le innumerevoli morti (una in ogni episodio) di Kenny, l’irriverente bambino sempre nascosto dal cappuccio del suo giubbotto arancione , del cartoon South Park, che fece diventare la frase “Oh mio Dio, hanno ammazzato Kenny, brutti bastardi!” un vero e proprio tormentone.

Muore per mano aliena fra le braccia del suo amato Jack dichiarandogli il suo amore durante il quarto giorno di Children of Earth. Uno dei personaggi principali di Torchwood muore e fin qui nulla di nuovo. Ma la morte di Ianto influenzerà l’ultimo anno della miniserie di Children of Earth. I telespettatori nelle fasi del dolore hanno bypassato la negazione e sono andati dritti alla fase della rabbia organizzando boicottaggi, spedendo minacce di morte agli sceneggiatori per ‘dissuaderli’ da altri decessi. Il creatore della serie della BBC non si fece intimorire e dichiarò a EW: “Se non riescono a reggere la serie non dovrebbero vederla. Trovate qualcos’altro. Si dessero alla poesia, la poesia è meravigliosa“.

Maude Flanders, la moglie di Ned, morta nel quattordicesimo episodio dell’undicesima stagione dei Simpson. Ovviamente è colpa di Homer. Durante una nuova gara di auto a Springfield Homer si toglie via la maglia e si disegna un obiettivo sul petto con la speranza che le cheerleaders gli lancino delle magliette gratis. Le ragazze lo fanno, ma Homer si abbassa e la raffica di t-shirt colpisce Maude. La moglie di Ned perde l’equilibrio e cade su un’auto. Flanders diventa vedovo e così la ricorda il reverendo Lovejoy nel suo elogio funebre: “In molti modi, Maude Flanders ha aiutato le nostre vite. Non ha attirato la nostra attenzione con memorabili tormentoni, o accenti comici. Ma, che lo abbiate notato o no, Maude è sempre stata lì“.

Dopo tre stagioni il personaggio di Allison Argent è infatti stato ucciso dopo aver salvato Isaac e i suoi amici, tra le braccia di Scott a cui ha detto addio riferendosi a lui come il suo primo amore.

Non poteva mancare nella lunga lista di morti scioccanti, un’altra inattesa dipartita di Lost. E’ John Locke (Terry O’Quinn) ad aggiudicarsi l’undicesimo posto, con il suo tentato suicidio che si è però presto trasformato in un vero e proprio omicidio per mano di Ben (Michael Emerson).

Si suicida nel ventesimo episodio della quinta stagione. La sua morte sciocca non solo il Princeton-Plainsboro, ma tutti i fan dello show della Fox che immaginavano un grande futuro per il tirapiedi di Gregory House. Kal Penn, che aveva lasciato lo show per occupare un posto di prestigio nella squadra di Obama, ha poi abbandonato il lavoro alla Casa Bianca per tornare alla carriera di attore.

Una dei protagonisti nella situation commedy statunitense Seinfel, muore intossicata dalla colla mentre è intenta a imbustare le partecipazioni per il suo imminente matrimonio alla fine della settima stagione.

È la segretaria del presidente Bartlet (Martin Sheen) in The West Wing. Dopo molta fatica per ottenere la patente rimarrà uccisa in un incidente stradale a bordo della sua prima auto.

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Morta di aneurisma celebrale nel quindicesimo episodio della quinta stagione. Buffy ha sempre avuto a che fare con la morte, ma mai così direttamente o realisticamente come quando sua madre è morta non sotto gli attacchi di una bestia o di un demone, ma di un aneurisma celebrale. Le conseguenze strazianti si possono vedere in vari personaggi: Buffy vomita per terra, Dawn collassa, Willow non sa cosa indossare all’ospedale. La musica dello show e l’umorismo ricercato sono assenti, rendendo chiaro che il mondo fantastico di Buffy non era immune dal alle prove di quello reale.

La morte di Adriana La Cerva (Drea de Matteo) è la dimostrazione che la famiglia e il sangue vincono sempre: innamorata di Christopher (Michael Imperioli) al punto da rivelargli di essere una testimone dell’FBI, Adriana pensa che l’amore sia più forte della “famiglia”, ma si sbaglia. Christopher infatti si rivolge a Tony (James Gandolfini) che la fa uccidere. Una mossa che sicuramente non è piaciuta ai più romantici.

In The Shield l’etica non è mai stata uno dei pezzi forti. Non potrebbe essere altrimenti in una serie che parla di poliziotti corrotti e che inizia con uno di loro che uccide un collega, reo di essere una spia e di poter quindi incriminare lo Strike Team per crimini che hanno effettivamente commesso. In uno scenario come questo non può che incidere terribilmente la dipartita di quel Curtis Lemansky, ottimamente interpretato da Kenny Johnson, l’unico membro della suddetta Squadra d’Assalto che rappresentasse una specie di bussola morale per un team che di morale aveva ben poco. L’episodio Post Partum, nel quale avviene questo, segna l’inizio della fine per lo Strike Team, i quali semi erano già stati piantati nell’episodio pilota proprio con l’omicidio della spia Terry Crowley ma che in questo cruento finale della quinta stagione inizia a determinarsi concretamente. A rendere questa morte traumatica come poche altre è però il nome del diretto responsabile: Shane Vendrell, altro membro della quadra. La paura che Lem, rifiutatosi di scomparire, possa fare un accordo e quindi mandare in prigione i suoi “fratelli” è troppo alta per Shane, con un secondo figlio in arrivo, che decide quindi di compiere, a malincuore, questo gesto efferato, lanciando una granata nella macchina dell’amico, che però non muore sul colpo. Le ultime parole di un sofferente Lem, pronunciate a stento: “Shane”. Straziante è un eufemismo se usato per definire tutto ciò.

Straziante, invece, la morte di Teri Bauer (Leslie Hope) nella prima stagione di 24. Dopo essere stata rapita con la figlia e poi liberata, morirà tra le braccia del marito Jack (Kiefer Sutherland), dopo esser stata assassinata dalla talpa Nina Myers (Sarah Clark).

La quarta è stata sicuramente la stagione più iconica delle 8 di Dexter. Ad aumentarne lo spessore è stato certamente l’antagonista di Dexter, il padre di famiglia Artur Mitchell meglio conosciuto come Trinity Killer. Nel season finale Dexter riesce finalmente a togliere la vita a Trinity che però si era vendicato poco prima a modo suo, recidendo l’arteria femorale di Rita. Al suo ritorno a casa Dexter, ancora entusiasta per essere riuscito a farsi giustizia, trova la moglie esanime in un bagno di sangue nella vasca.

Lost ha tenuto incollati allo schermo milioni di telespettatori ed è entrata di diritto nell’olimpo delle serie TV più amate. Charlie è sempre stato uno dei naufraghi più tragici e la sua scomparsa non poteva non essere da meno. La sua morte, resa ancora più indimenticabile dalla consapevolezza del giovane di essere prossimo alla fine, è scolpita nelle nostre menti, diventando a pieno titolo come uno dei momenti più memorabili dell’intero show.

Abbiamo amato Lexie fin dal primo momento, la sua forza nascosta dietro quel viso angelico, la sua voglia di costruire un rapporto con Meredith, il suo amore per Mark. Abbiamo sperato fino all’ultimo istante che un miracolo le salvasse la vita, abbiamo desiderato con tutte le nostre forze di non doverle dire addio e, quando abbiamo dovuto farlo, nulla è stato più doloroso. Vedere Mark accanto a lei, giurarle il suo amore eterno e il desiderio di costruire una vita insieme… Poche puntate dopo, anche Mark è morto e forse in quella morte, in quel momento in cui abbiamo pensato che sarebbero stati di nuovo l’una accanto all’altro, abbiamo trovato un po’ di sollievo.

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