True Detective: interessanti novità sulla seconda stagione

Confronto alla scorsa stagione la seconda stagione sarà nettamente differente, ma anche un po’ familiare visto che il creatore Nic Pizzolatto ha scritto tutti gli episodi ed è questo il filo comune tra i due anni. C’è sempre quel cinismo e violenza, poliziotti incalliti che preferiscono passare il tempo in macchina con i loro partner in silenzio e le loro notti al bancone di una bettola. Quindi, ecco cosa dobbiamo aspettarci.

Le performance sono ancora al top.
Vince Vaughn
ha messo da parte la sua comicità per calarsi nei panni di Frank Semyon, un criminale di professione che è sul punto di agire legittimamente con un enorme affare quando uno dei suoi partner commerciali viene ritrovato assassinato con i suoi occhi bruciati ed i genitali asportati. Sul caso indagano tre poliziotti; Ray Velcoro (Colin Farrell), un detective sporco della città di Vinci, sobborgo immaginario di Los Angeles; Ani Bezzerides (Rachel McAdams), la Vice Sceriffo di Ventura County con problemi familiari e l’amore per i coltelli; e infine Paul Woodrugh (Taylor Kitsch), un meditabondo veterano dell’esercito diventato un agente di pattuglia recentemente coinvolto in uno scandalo.

Anche il cast di personaggi secondari è ricco di volti noti: Kelly Reilly è Jordan, la moglie di Semyon; Abigail Spencer è l’ex di Velcoro, Ritchie Coster è il sempre ubriaco Sindaco di Vinci e James Frain è invece il comandante di Velcoro.

Sarà un lento bruciare.
Dato che il cast è più vasto – e la serie giustamente cerca di sviluppare tutti i personaggi. Servirà un po’ di tempo per l’azione. A parte Semyon e Velcoro che condividono un passato tra luci e ombre, nessuno degli altri personaggi principali si incontra fino ai momenti finali del primo episodio, quando tutti i poliziotti vengono chiamati sulla scena del crimine. Alcuni fan apprezzano le serie che si prendono il suo tempo, ma quando vi sono solo otto episodi in una stagione, i ponderati capitoli di apertura potrebbero non piacere ad alcuni spettatori.

Le donne sono maggiormente coinvolte.
O almeno McAdams lo è. Una delle maggiori critiche alla prima stagioni era il non sviluppo dei personaggi femminili (a differenza degli alter ego di Woody Harrelson e Matthew McConaughey). Questa volta diciamo che c’è un maggiore sforzo sotto questo profilo anche se Bezzerides mostra le medesime tendenza distruttive (alcol, sesso insignificante) come i poliziotti con cui lavora. La distinzione tra uomini e donne, secondo il ragionamento di lei, è che un uomo può ucciderne un altro a mani nude; ecco perché lei si porta dietro tutti quei coltello!

È decisamente meno strano.
Non ci sono discorsi filosofici, cerchi o elementi mistici. Ma piuttosto molta pausa esistenziale ed il modo in cui la vittima è stata uccisa (e le cose eccentriche che ha lasciato in casa sua) suggeriscono che vi sono ancora delle peculiarità in giro.

Ci sono più registi.
Proprio come la storia diventa più convenzionale, così lo è il modo in cui la serie si presenta. La prima stagione è stata interamente diretta da Cary Fukunaga, ma egli ha diviso il suo carico di lavoro a questo giro. Justin Lin (Th Fast and Furius) si è occupato dei primi due episodi dove ha cercato di ricreare il medesimo stile di Fukunaga utilizzato con le strade di Los Angeles per il panorama del bayou, giudicherete poi voi il risultato. Gli episodi successivi saranno invece diretti da Janus Metz Pedersen, Miguel Sapochnik e Daniel Attias.

I baffi di Colin Farrell.
Siamo seri, essi appartengono alla hall of fame. E si abbinano perfettamente alla cravatta.