The Crown è una serie televisiva anglo-americana creata e scritta da Peter Morgan per Netflix. La serie è incentrata sulla vita di Elisabetta II del Regno Unito e sulla famiglia reale britannica. Claire Foy interpreta la protagonista nei primi anni del suo regno. La prima stagione, composta da 10 episodi, è stata rilasciata il 4 novembre 2016 in tutti i paesi in cui Netflix è disponibile. La serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
The Crown arriva a raccontare la donna dietro il mito per poi costruire il mito intorno alla donna, riuscendo a restituire allo spettatore una figura tridimensionale, sfaccettata, in una parola: reale. Ne esce un lavoro di costruzione incredibilmente attento, che colpisce lo spettatore riuscendo ad immergerlo nella famiglia reale con una naturalezza imprevista, perfetta, che rende la serie una delle migliori che Netflix abbia mai prodotto e sicuramente la migliore nel suo genere. Un vero piccolo gioiello che per gli appassionati di storia sarà semplicemente imperdibile.
Ecco qui 8 motivi per cui dovete guardare la serie sulla Regina Elisabetta:
La corona. Come l’anello del potere per il Gollum, la corona è fonte di giogo e ossessione. Per Elizabeth, che si trova costretta a portarla, è un peso: tutto, nella sua vita, deve cambiare e vivere in funzione della corona. Giovanissima, è costretta a indossare la maschera della Regina, di cui poteva immaginare i risvolti pubblici, ma non di certo quelli privati. «Sei mia moglie o la mia Regina?» le chiede Philip, suo marito. «Entrambe» risponde lei. Uno scambio di battute che simboleggia l’essenza di The Crown. Per la principessa Margaret, invece, la corona rappresenta ciò che non è e non potrà mai essere, ovvero la protagonista. Essere relegata a un ruolo subalterno e in balia delle decisioni della sorella maggiore, nonché sua sovrana, porta il loro rapporto a prevedibili incomprensioni ed egoistici desideri di rivalsa.
La famiglia. Re George VI (nella serie interpretato dal bravo Jared Harris) è costretto a salire al trono dopo che il fratello Edward VIII abdica per amore di una donna divorziata, American Wallis Simpson. Non avrebbe mai pensato di diventare Re, così come non lo aveva mai nemmeno sfiorato l’idea che le figlie potessero salire al trono. E invece… La serie tv mostra come una famiglia molto unita venga sconvolta dall’arrivo del potere e di come, nonostante tutte le promesse di rimanere uniti, il dovere verso l’istituzione debba essere anteposto a qualsiasi rapporto affettivo. In tal senso, la storia d’amore della principessa Margaret con il capitano Peter Townsend ne è un perfetto racconto.
Elisabeth: madre e moglie, figlia e regina. Cosa accade quando una donna è costretta a mettere sullo stesso piano famiglia e nazione? Succede che con il cuore rimpiange ciò che lascia, ma razionalmente non può mettere in discussione il dovere di cui è stata investita. O, in fondo, nemmeno lo vorrebbe? L’Elizabeth di Stephen Daldry, nel corso delle dieci puntate della serie, come donna subisce un cambiamento dettato dal potere e dall’indipendenza decisionale che questo le offre: da timida figura femminile un po’ sciapa, si trasforma in un inno al coraggio e alla determinazione. A Elizabeth non basta presenziare, vuole capire, avere argomenti di discussione che vanno oltre il galateo con cui è stata istruita, argomentare. Philip e i suoi figli rimangono sullo sfondo di un percorso che la vede protagonista: risentiti, o semplicemente marginali.
L’amore. Quello problematico di Elizabeth per Philip, quello impossibile di Margaret per Peter, quello assoluto e distruttivo di Edward VIII per American Wallis Simpson: sono questi i rapporti amorosi che vengono approfonditi nel corso delle puntate, in una serie di intrighi e ripercussioni, che sfiorano sia la vita privata sia quella pubblica.
La Storia. Gli strascichi della Seconda Guerra Mondiale, l’ultimo mandato di Churchill come Primo Ministro, le questioni legate al colonialismo inglese, rimangono sempre in secondo piano. La storia, nella narrazione, è funzionale a raccontare personaggi e contesti in cui espongono se stessi, svelando anche i reciproci rapporti. L’incoronazione di Elizabeth in diretta televisiva, simbolo del cambiamento epocale in corso, oppure la tragedia del Grande Smog di Londra del 1952, che mise in discussione la figura di Churchill come troppo legata a un passato politico, sono solo qualche esempio.
Philip e gli altri. The Crown è, come ci si può aspettare, una serie imperniata su un personaggio femminile noto, attorno a cui gravitano diversi co-protagonisti, di cui molti maschili. Quello più positivo è Re George VI, padre di Elizabeth: un uomo saggio, paziente e sensibile, con una profondo legame alla famiglia, che cerca in tutti i modi di tutelare dall’invadente e non voluto arrivo della corona. Di altra pasta sono invece fatti Philip, Peter Townsend e il Duca di Windsor (lo zio, ex Re Edward VIII) che, il potere regio invece lo subiscono. Il primo soprattutto ne è frustato nonostante Elizabeth più volte gli dimostri come sia una figura indispensabile al suo fianco: non ha potuto dare il suo cognome ai figli, non si è potuto imporre nella scelta di dove vivere con la famiglia e prova a dire no quando il regolamento di corte gli impone d’inchinarsi davanti alla sua Regina, nonché sposa, giurando obbedienza in diretta mondiale durante l’incoronazione. Antepone spesso i suoi ‘diritti di maschio’ ai suoi ‘doveri come sovrano e suddito’. Elizabeth ama i cavalli e Philip è di certo quello più matto della sua scuderia.
Winston Churchill. Interpretato dal perfetto e talentuoso John Lithgow è uno dei personaggi della serie con cui legherete di più. Scorbutico, ma sentimentale, viene dipinto come un inarrestabile guerriero, che solo la vecchiaia riesce ad arrestare. Bellissimo, narrativamente, l’episodio in cui viene raccontata la storia del ritratto che il Parlamento commissionò al pittore Graham Sutherland per l’ottantesimo compleanno di Churchill. Il quadro oggi è dato perso: nella serie si racconta come e perché.
Le ricostruzioni. I Principi Margaret, interpretata da Vanessa Kirby, e Philip, Matt Smith, sono i più evidenti, ma anche Claire Foy nei panni di Elizabeth e John Lithgow in quelli di Winston Churchill: molte sono le somiglianze anche estetiche tra i protagonisti e i loro corrispettivi filmici. Personaggi, costumi e ambientazioni: tutto è stato ricostruito il più fedelmente possibilmente, in modo da catapultare lo spettatore nella storia. Il risultato è una serie di un’eleganza rara, sia nella forma sia nella sostanza.
