Le 20 migliori serie tv del 2017

Con la fine dell’anno arrivano anche le classifiche e non e non può mancare, naturalmente, quella a tema serie tv con le migliori del 2017.

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Qale sono state le migliori serie tv del 2017? In nostro aiuto giunte il New York Times, una delle testate più autorevoli al mondo che, come consuetudine, ha scelto 20 serie tv, dieci prodotte da network americani e dieci da network non-americani.

La lista ristretta purtroppo è abbastanza crudele  perchè significa lasciare fuori, per criteri diversi, davvero delle belle serie tv come:Better Call Saul, BoJack Horseman, The Carmichael Show, Catastrophe, l’ultima stagione di GirlsInsecure, Legion, Master of None e Mindhunter, The Americans, The Handmaid’s Tale e I Love Dick, serie tv che racchiudono episodi di rara bellezza ma, nel loro insieme, piuttosto discontinue.

Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono 20 migliori serie tv del 2017, secondo  il New York Times:

Le 10 migliori serie tv americane:

1. American Vandal (Netflix)

È fatta per quelli a cui piacciono serie come Making a murderer, che quelli bravi chiamano docu-serial, perché raccontano come se fosse una serie tv un vero e complicatissimo caso di cronaca, spesso nera. Questa è una presa in giro di quelle serie che si prendono molto sul serio. Parla di una scuola in cui a un certo punto qualcuno disegna dei peni su alcune auto con le bombolette spray, e delle successive indagini

2. Better Things (Fx)

È la serie creata e interpretata da Pamela Adlon, cioè la Pamela di Louie, la famosa serie di Louis CK, co-creatore e co-sceneggiatore di Better Things. Finora siamo a due stagioni (e già si sa che ce ne sarà una terza) e la storia è quella di una madre single e delle sue tre figlie. È molto americana: così americana che non ha una pagina italiana su Wikipedia, che in Italia non l’ha ancora trasmessa nessuno e visto il ruolo che ci ha avuto Louis CK difficilmente qualcuno lo farà. Poniewozik ha scritto che è «sconvolgente senza essere sentimentale».

3. Crazy Ex-Girlfriend (The Cw)

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È su Netflix, la protagonista è Rachel Bloom (che per ora non è molte altre cose oltre a essere quella di Crazy Ex-Girlfriend) e parla di una avvocatessa in carriera che vive a New York e molla tutto per andare in California per provare a riconquistare un ex. È arrivata alla terza stagione (da noi siamo ancora fermi alla seconda) ed è una di quelle serie tv in cui ogni tanto qualcuno si mette a cantare.

4. The Deuce (Hbo)

L’ha creata David Simon, ideatore di The Wire e uno dei più apprezzati sceneggiatori di Hollywood. Il protagonista è James Franco, e nel cast ci sono anche Maggie Gyllenhaal ed Emily Meade. Parla della legalizzazione e dello sviluppo della pornografia nella New York dell’inizio degli anni Settanta. È una di quelle che parte piano e ci mette un po’ a ingranare. Poniewozik ha scritto che c’erano molti modi in cui questa serie avrebbe potuto prendere una strada sbagliata, invece «tratta il lavoro da prostituta come un lavoro».

5. The Good Place (Nbc)

Lo showrunner (nome inglese per parlare di quello che l’ha pensata e che ne decide la rotta) è Mike Schur, uno degli autori di Parks & Recreation, The Office e Black Mirror. La protagonista è Kristen Bell (quella di Veronica Mars) e la serie parla di una donna che muore e va in una specie di paradiso dove sono tutti buoni e gentili e dove, tra le altre cose, è fisicamente impossibile dire parolacce. Scopre però che si trova lì per uno scambio di persona. Poniewozik ha scritto che «è piena di svolte ma tra i suoi meriti ci sono gruppi di attori di gran livello e alcune lezioni di filosofia molto divertenti».

6. Halt and Catch Fire (Amc)

Quattro stagioni senza che ce ne sarà una quinta. È ambientata in California negli anni Ottanta e i protagonisti sono alcuni di quelli e quelle che fecero la rivoluzione dei computer. In Italia non l’ha mai trasmessa nessuno.

7. Lady Dynamite (Netflix)

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È una serie tv ispirata alla vita della cabarettista Maria Bamford, una donna che esce da un manicomio dopo esserci entrata per via di un disturbo bipolare. Poniewozik ha scritto che la seconda stagione, su Netflix da novembre, si è avventurata molto in nuovi modi e forme per raccontare la storia di una donna con disturbo bipolare, «il tutto facendo, su Netflix, una brillante satira di Netflix».

8. The Leftovers (Hbo)

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È tratta da un romanzo di Tom Perotta ed è ambientata in un mondo in cui il 2 per cento della popolazione scompare improvvisamente nel nulla senza alcuna spiegazione. Quest’anno è andata in onda la terza e ultima stagione, che secondo Poniewozik parla di «fede, perdita e mistero ed è costruita come una cappella ottagonale».

9. One Day at a Time (Netflix)

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È una sitcom su una madre cubana che vive negli Stati Uniti con i suoi due figli. Ha lo stesso nome e premesse simili a quelle di una sitcom andata in onda tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Da noi non se n’è parlato molto ma negli Stati Uniti sembra stia piacendo ed è stata rinnovata per una seconda stagione. Poniewozik ha apprezzato il modo in cui usa gli stessi meccanismi da sitcom per parlare di problemi aggiornati al presente.

10. Twin Peaks: The Return (Showtime)

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Difficilmente esiste una zona di mezzo tra quelli che “ommioddio il nuovo Twin Peaks” (che quindi hanno già visto tutta la stagione) e quelli a cui non frega quasi nulla di questa nuova stagione di una cosa troppo astrusa e intricata da seguire. A spiegarla nemmeno ci proviamo. Poniewozik ha scritto che è «un download dal subconscio di David Lynch».

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