E qual è in assoluto il film più commovente, tra tutti quelli che avete visto? Domanda troppo difficile, perché esistono decine e decine di film che ci hanno fatto commuovere a partire dagli anni ’70 fino ad oggi… Ma ecco qui i dieci migliori film commoventi degli ultimi tempi! Se ne avete altri da segnalare lasciateli nei commenti.
Autumn in New York (Joan Chen, 2000)
Strazio allo stato puro. Dopo una partenza leggera, ma che già contiene i segnali della disgrazia, narra la storia di un insensibile piacione di mezza età (Richard Gere) che inizia a frequentare la figlia di una sua vecchia fiamma (Winona Ryder); quando deciderà di lasciarla, come al suo solito, lei gli confida di essere in fin di vita a causa di una malformazione al cuore (del tipo, “non mi interessa, tanto sarebbe finita comunque perché io sto morendo”). Da questo momento in poi si piange per una buona ora, fino alla fine.
Io & Marley (David Frankel, 2008)
Non fatevi ingannare dal cast, perché anche se i toni della commedia sono presenti, il dramma sentimentale vi aspetta in agguato dietro l’angolo. Si raccontano quattordici anni di vita di John (Owen Wilson) e Jenny (Jennifer Aniston), due sposini che decidono di mettere su famiglia, ma che invece di fare un figlio, decidono di comprare un cane. Riflessioni sulle relazioni, sulla famiglia, sul modo in cui crescono i legami affettivi. Superfluo dirvi come andrà a finire, impossibile trattenere le lacrime. Sconsigliato a chi possiede un cane anziano.
My Life (Bruce Joel Rubin, 1993)
Uno dei film più tristi di tutti gli anni ’90 già dalle premesse, con un buon Michael Keaton (reduce dai due Batman di Tim Burton) e una Nicole Kidman di rara bellezza (siamo negli anni di Cuori ribelli, tanto per intenderci). Bob, il protagonista, è affetto da un tumore che gli dà pochi mesi di vita, ma sua moglie è incinta ed egli decide di iniziare a registrare la sua vita con una telecamera per consegnarsi alla memoria del figlio che – con tutta probabilità – non conoscerà mai. Le scene finali sono devastanti dal punto di vista emotivo, anche se Bob morirà sereno (ma forse è proprio questo che fa piangere più di ogni altra cosa).
PS I love you (Richard LaGravenese, 2007)
Ancora una volta è la perdita a dettare la grammatica del dramma, nella fattispecie la perdita dell’amato (Gerard Butler), che in questo caso viene a mancare giovane, quando la sua compagna (Hilary Swank) ha solo 29 anni. La solitudine della ragazza sembra insuperabile, ma il nostro innamorato non la abbandona davvero, avendo trovato un escamotage per aiutarla a continuare anche senza di lui. Sentimentalismi spinti al limite, commozione dilagante e risentimento nei confronti di una vita che non dà quel che promette.
Colpa delle stelle (Josh Boone, 2014)
Da molti considerato il Love Story dei giorni nostri, torna sui temi dell’amore, dell’amicizia e della malattia incurabile, con l’aggravante-ricatto che la protagonista è una ragazza di sedici anni dalla battuta facile, e che la storia narrata è realmente accaduta. Film più twittato del 2014.
Nemiche amiche (Chris Columbus, 1998)
Julia Riberts e Susan Sarandon spesso e volentieri valgono da sole il prezzo del biglietto; in questo film partono da ‘nemiche’, poiché Julia (Isabel nel film) è la nuova compagna del padre dei figli di Susan, la quale non la vede troppo di buon occhio. Con un po’ di buonismo e per l’amore dei figli e dell’uomo (Ed Harris), riusciranno a diventare amiche, finché Isabel non si scoprirà malata di tumore: spesso le amicizie più sincere iniziano con una inimicizia di fondo. Interessante notare come l’iniziale diffidenza è trattata con i toni della commedia, mentre è l’amicizia a contenere, paradossalmente, il dramma.
Le pagine della nostra vita (Nick Cassavetes, 2004)
Due ore abbondanti che ripercorrono tramite flashback una storia d’amore tutta americana nata negli Ani ’40 e continuamente contrastata dalle contingenze: la madre della ragazza, in particolare, cerca continuamente di mettere i bastoni tra le ruote di questa travolgente relazione, e anche la Guerra ci metterà del suo. Storia di lettere non recapitate e persone che si inseguono per una vita senza quasi mai trovarsi, fino a che l’amore, in un certo senso, trionfa. Non saranno comunque rose e fiori per i protagonisti: è infatti proprio da questo momento in poi che le lacrime dello spettatore si fan sempre più fitte.
Neverland (Marc Forster, 2004)
Cast d’eccezione per il film sulla vita di James Matthew Barrie, l’uomo che inventò Peter Pan. Bravissimo Johnny Depp a spaziare tra il reale e l’onirico mentre ci racconta la storia di Barrie, dalle delusioni iniziali, all’incontro con Sylvia e i suoi quattro bambini, sino alla grande intuizione e al dramma che porterà con sé (ed ecco che diventa necessario armarsi di fazzoletti). Presenti anche Kate Winslet (Sylvia), Dustin Hoffman e Julie Christie, la quale ai bei tempi fu la straordinaria Lara del Dottor Zivago.
One Day (Lone Scherfig, 2011)
Bella coppia i due giovani Anne Hathaway e Jim Sturgges. Nel film si incontrano il 15 luglio 1988 e passano la notte insieme (ma senza che i loro corpi si sfiorino); da allora si vedranno tutti gli anni in quella data, forse per caso, ma forse no. Vite parallele che si incrociano, ma non si afferrano mai del tutto: donnaiolo con un’autostrada verso l’alcolismo lui (specie dopo la morte della madre), ragazza con una vita difficile e aspirante insegnate lei. Gli incontri tra i due andranno avanti fino al 2006, quando succederà qualcosa di inaspettato (e, ca va sans dir, tremendamente triste).
Papà ho trovato un amico (Harald Swart, 1991)
Il film a cui sono più affezionato di questa lista. Lo vidi al cinema da bambino sperando – povero illuso – di vedere un nuovo Mamma, ho perso l’aereo (il protagonista è Macaulay Culkin), invece per la prima volta ho sentito le persone singhiozzare dentro un cinema, oltre ad aver sviluppato una fobia per tutto ciò che vola e punge. Premesse da commedia nero-grottesca (geniale il personaggio Dan Aykroyd), si svela dapprima un piccolo film di formazione, poi un dramma insuperabile.