I film legati al sesso che hanno fatto scandalo

Il film più hot più discutto del momento è arrivato in sala preceduto da una campagna pubblicitaria sconvolgente. Basti pendare che il solo trailer di Cinquanta sfumature di grigio è stato visto da quasi 100 milioni di utenti e coloro i quali hanno letto il best-seller della James si stanno riversando nelle sale.

Negli Usa è stato distribuito con un rating R (vietato ai minori di 17 anni, in italia di 14), ma questo non sta incidendo più di tanto sugli incassi che saranno altissimi. Cinema e sesso vanno a braccetto da tanti anni e Cinquanta sfumature di grigio è in buona compagnia. Ecco per voi alcuni dei film che hanno suscitato più clamore negli ultimi 50 anni.

  • Lolita (1962)

 

Quando Stanley Kubrick decise di adattare il romanzo omonimo di Vladimir Nabokov, incentrato sulla storia d’amore tra un distinto professore di mezza età e una ragazzina adolescente, sapeva bene a cosa stava andando incontro, ma forse nemmeno lui s’immaginava che sarebbe stata proprio la “progressista” critica americana a riservargli le stroncature e le accuse più feroci. La più pesante da digerire? Quella di pedofilia. Prodotto nel 1962, Lolita ottenne il via libera negli Usa solo due anni più tardi. Anche il remake del 1997, con Jeremy Irons, non ebbe vita facile.

Lolita

 

 

  • Blow-up (1966)

Il tema dell’amore libero e alcune, brevissime, scene di nudo integrale fecero gridare allo scandalo e portarono al sequestro della pellicola per oscenità. 4 mesi dopo la pellicola di Michelangelo Antonioni fu dissequestrata ma poté essere distribuita in sala solo con il divieto ai minori di 14 anni.

Blow-up

 

  • Il Decameron (1971)

Il maestro Pasolini adattò 9 novelle del Decameron di Boccaccio provando a sfatare i tanti tabù legati al sesso, ma puntuali come un orologio svizzero arrivarono le polemiche, le accuse di oscenità e oltraggio al pudore, i sequestri e i dissequestri della pellicola, i divieti ai minori di 18 anni prima e 14 poi.

Il Decameron

 

 

  • Ultimo tango a Parigi (1972)

Film-scandalo per eccellenza degli anni ’70 per le numerose scene di sesso presenti (su tutte quella dell’uso non convenzionale del burro sulla Schneider) che, nonostante polemiche, censure, sequestri e addirittura condanne al rogo (è stata scomodata, nel 1976, la Corte di Cassazione per ottenere la distruzione delle pellicole e dei negativi), è riuscito a portare nelle sale oltre 14 milioni di spettatori per un incasso mondiale vicino ai 100 milioni di dollari. A causa dei tagli imposti dalla censura, oggi il film di Bertolucci circola in ben sei versioni di differente durata (che vanno dai 121 ai 134 minuti).

Ultimo tango a Parigi (1972)

  • Emmanuelle (1973)

Il film più scandaloso della storia del cinema francese riuscì “miracolosamente” ad evitare il rating X (quello assegnato ai film pornografici) ma non il divieto ai minori di 18 anni in tutto il mondo. In Francia lo definirono come “irrispettoso del corpo umano”, ma al Paramount City di Parigi è stato proiettato ininterrottamente per oltre 10 anni. Campione d’incassi.

Emmanuelle

  • American Gigolò (1980)

Il film che affermò Richard Gere come Sex Symbol di portata mondiale di scandaloso aveva ben poco, ma negli Usa in molti (associazioni femministe, circoli gay e politici) s’indignarono per la storia dell’uomo “oggetto” che dona piacere, in cambio di denaro, a donne annoiate. Non ci fu nessuna “sforbiciata” da parte della censura, ma in Italia il film fu assurdamente vietato ai minori di 18 anni.

American Gigolò

 

 

  • 9 settimane e ½ (1986)

Ricordate la famosissima scena dello spogliarello della Basinger, sulle note di You Can Leave Your Hat On di Joe Cocker, davanti ad uno sconcertato Mickey Rourke? Il film di Adrian Lyne, e in particolar modo quella sequenza, fece impennare la vendita di sottovesti e Dio solo sa quante mogli tentarono di emulare la bionda e sexy attrice improvvisando improbabili balletti nelle loro camere da letto nel tentativo di far risvegliare nei mariti antichi desideri. Anche se il film fu uno straordinario successo di pubblico, con i due protagonisti che divennero simboli dell’erotismo anni ’80, la critica del tempo, soprattutto quella d’oltreoceano, non fu affatto tenera nel giudicare 9 settimane e ½, definendolo come una “pornotelenovela per depressi sessuali”. La MMPA impose moltissimi tagli per evitare la classificazione X.

9 settimane e ½

  • Basic Instinct (1992)

È stato uno dei film più chiacchierati degli anni ’90, ma a Basic Instinct, in realtà, è bastata una sola sequenza per diventare un cult erotico e far entrare Sharon Stone nell’Olimpo di Hollywood: quella dell’accavallamento delle gambe, senza mutande, durante l’interrogatorio al commissariato. Le tante, tantissime proteste da parte delle associazioni femministe e gay, negli Stati Uniti, non hanno fatto altro che giovare al successo del film che se l’è cavata con un divieto ai minori di 14 anni e tagli ad alcune scene per un totale di appena 60 secondi.

Basic Instinct

  • Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997)

Con Boogie Nights, Paul Thomas Anderson rievoca gli anni d’oro del cinema a luci rosse ispirandosi alla storia della celebre pornostar John Holmes. Il film di Anderson turbò non solo quella fetta di pubblico più “moralista” (che non tollerò la sequenza in cui il protagonista mostra il pene palesemente finto), ma incredibilmente anche molti degli addetti ai lavori (il regista dovette subire i no di Warren Beatty e Leonardo Di Caprio che rifiutarono, rispettivamente, i ruoli andati a Burt Reynolds e Mark Wahlberg).

Boogie Nights - L’altra Hollywood

  • I segreti di Brokeback Mountain (2005)

I segreti di Brokeback Mountain, dal racconto Gente del Wyoming di Annie Proulx, all’inizio era solo un progetto che nessuno aveva veramente intenzione di realizzare (troppo “estrema” la storia di una relazione gay tra due giovani cowboy). Registi come Joel Schumacher e Gus Van Sant alla fine degli anni ‘90 si dovettero arrendere di fronte all’evidenza: nessun giovane attore voleva mettere a rischio la propria carriera con ruoli border-line (Matt Damon, Ben Affleck, Mark Wahlberg, Josh Hartnett, ecc.). Alla fine, però, sono arrivati due attori (Heath Ledger e Jake Gyllenhaal) che non hanno avuto paura di mettersi in gioco e il film di Ang Lee, nonostante 3 Oscar su 8 Nomination, è stato bersagliato dai “conservatori” che hanno dato prova di come l’omosessualità sia ancora un tema tabù nella nostra società.

I segreti di Brokeback Mountain

  • Nymphomaniac vol. 1-2 (2013)

 

A Lars Von Trier è sempre piaciuto sfidare i veti posti dalla censura (Antichrist, Melancholia), ma con Nymphomaniac ha forse raggiunto l’apice della trasgressione. Von Trier provoca i censori, stuzzica le fantasie del pubblico con una messa in scena che rischia di sconfinare nell’hard e accende la miccia della polemica già in sede promozionale grazie a dalle locandine raffiguranti i protagonisti in “pose orgasmiche”. Un’operazione che il regista ha studiato nei minimi dettagli con la consapevolezza che scandalizzare è forse l’unico modo per attirare l’attenzione.

Nymphomaniac vol. 1-2