Emma Watson parla de La Bella e la Bestia su Entertainment Weekly

Il magazine Entertainment Weekly ha diffuso alcune pagine della sua rivista “Collector’s Edition” con una guida dedicata al film La Bella e la Bestia.

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EW ha diffuso delle immagine della rivista “Collector’s Edition” interamente dedicata al prossimo film della Disney La Bella e la Bestia, trasposizione live-action del classico d’animazione Disney che sarà nelle sale il prossimo 16 marzo 2017. All’interno della rivista è possibile trovare l’intervista in esclusiva fatta a Emma Watson, che interpreterà Belle nel film. L’intervista è possibile leggerla di seguito:

Una nuova prospettiva su Belle

Col senno di poi, cosa avresti voluto sapere quando ti hanno detto che saresti diventata Belle?

Che sarebbe andato tutto okay. C’erano un sacco di cose nuove che dovevo fare. Non avevo mai fatto un musical prima. Non avevo mai cantato professionalmente davanti a nessuno! Mi sono praticamente sottoposta ad un “addestramento Belle” per tre mesi prima di iniziare a girare, il che significava cantare quattro volte alla settimana, ballare cinque volte alla settimana, andare a cavallo tre volte alla settimana.

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Non sembrava fossi intimidita, però, piuttosto al settimo cielo.

Sono stata così fortunata ad aver già interpretato una delle eroine della mia infanzia – Hermione – e poi poterne interpretare un’altra. Credo sia una cosa rara.

Quali aspetti di Belle non hai voluto cambiare? Cosa doveva restare immutato nel passaggio dal cartone al film?

Quello che mi piace di Belle è che è una ribelle. Prende una strada diversa, ed è questo che ho sempre amato di lei. “Lo so che nessuno intorno a me capisce perché mon voglio quello che tutti pensano che io debba desiderare, ma voglio qualcosa di più, voglio qualcosa di diverso.” E’ come la poesia di Robert Frost: sceglie la strada meno battuta.

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E cosa hai voluto cambiare, invece? Che modifiche hai fatto per rendere il personaggio più tuo?

Nel cartone non hai un’idea precisa di chi è Belle – cosa fa, da dove viene, come impiega il suo tempo prima di incontrare la Bestia? Quindi ho voluto crearle una backstory. Nell’originale si capisce perché si sente un’emarginata – che le piace leggere e che non è pazzamente innamorata di Gaston – ma perché non riesce proprio ad integrarsi? Perché pensa di non potersi inserire? Volevo davvero arrivare al fondo della questione.

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Si scopre che non solo ama i libri, ma che applica le sue conoscenze alla pratica diventando una sorta di inventrice, giusto?

L’abbiamo fatta diventare una sorta di pazzo, strambo inventore, che era originariamente il ruolo di suo padre. Kevin Kline interpreta il ruolo di Maurice come un padre leggermente spaventato, nervoso ma molto assennato, saggio e affettuoso. Quindi è stato molto divertente aggiungere questo particolare.

Nel cartone, gli abitanti del villaggio lo liquidavano come “Maurice il vecchio pazzo…”

[Ride] “Maurice il vecchio pazzo!” Ma adesso il ruolo tocca a Belle. In pratica inventa un prototipo di lavatrice… L’ha inventata non solo per avere più tempo libero per i suoi libri, ma anche per insegnare a leggere ad una bambina. Gli abitanti del villaggio le distruggono la lavatrice: l’anti-intellettualismo latente nel villaggio è più velenoso stavolta. Credono che le donne non debbano leggere e non solo. Sono estremamente sospettosi dell’intelligenza, e non amano niente di ciò che è straniero o sconosciuto, di ciò che potrebbe andare al di là delle loro esperienze. L’atto di distruggere la lavatrice è simbolico non soltanto perché distruggono qualcosa su cui Belle ha lavorato per ore, ma anche perché vogliono fare a pezzi il suo entusiasmo e spingerla a conformarsi ad una versione più accettabile di se stessa.

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Non è molto diverso da quello che succede nel mondo reale.

Credo sia una cosa che succede spesso alle donne e alle ragazze, quando ti senti dire, “Oh, carino, ma perché non ti sforzi di più in quest’altro modo? Preferiamo quest’aspetto del tuo carattere.”

Hai dovuto affrontare qualcosa di simile crescendo? Ti sei sentita dire di rimanere in un certo modo o concentrarti su determinate cose?

Oh dio sì. Ho sempre ricevuto moltissimo feedback positivo se indossavo un bel vestito o se sorridevo in modo carino e così via. La quantità di approvazione che ricevevo da queste cose era enorme rispetto a quanto mi veniva detto se studiavo per mesi o leggevo qualcosa di interessante o mi mostravo appassionata a qualcosa. Queste cose mi guadagnavano al massimo un’occhiata strana.

Ci sono numerose critiche riguardo la storia de La Bella e la Bestia, visto che molti vedono Belle come una donna intrappolata in una relazione abusiva. Cosa ne pensi?

E’ una bella domanda, una su cui ho riflettuto molto all’inizio – la questione della sindrome di Stoccolma che riguarda la storia. La sindrome si ha quando un prigioniero assume le caratteristiche e si innamora del proprio carceriere, in un modo molto strano. Belle discute animatamente con la Bestia e non va d’accordo con lui costantemente. Non mostra nessuno dei sintomi della sindrome di Stoccolma perché mantiene la sua indipendenza, mantiene la sua libertà di pensiero. Penso anche che il momento in cui Belle sceglie di rimanere prende una decisione molto consapevole. Ha intenzione di farlo lavorare. Non c’è quest’aria di “Devo cambiarle grazie alla mia gentilezza”.

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Pensa che si meriti quello che le capita?

Per niente. E infatti si comporta bene se viene trattata bene. Se lui colpisce violentemente la porta, la colpisce violentemente anche lei. C’è una sorta di sfida, anche, “Pensi che verrò a cenare con te perché sono tua prigioniera – ti sbagli di grosso.” Penso sia un altro degli aspetti più belli di questa storia d’amore: che prima diventano amici, e poi l’amore scaturisce da quella zona di mezzo dove c’è una condivisione sincera, e credo che questo sia molto più significativo di tante altre storie in cui l’amore è a prima vista.

Qui è esattamente il contrario!

Belle e la Bestia iniziano la loro storia d’amore standosi sui nervi e piacendosi molto poco. Instaurano un’amicizia molto, molto lentamente, e questo li porta ad innamorarsi. Non si fanno alcuna illusione su chi è l’altro. Hanno visto il peggio l’uno dell’altra – ma possono anche tirare fuori il meglio l’uno dell’altra.

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