Tutti i dettagli sui 9 film che sono candidati all’oscar 2017

Quest’anno saranno ben 9 i film che domenica 26 febbraio concorreranno per vincere l’oscar come miglior film cinematografico.

The best picture nominees

Rispetto allo scorso anno, i film candidati all’oscar 2017 saranno ben 9 (uno in più). Di questi nove, che potere leggere di seguito, c’è un grande favorito, un grande film che che questo periodo hanno vinto già diversi premi, stiamo parlando di La La Land. Ma andiamo a scoprire tutti i dettagli di questi 9 film.

1. Arrival

Prima di dedicarsi all’atteso sequel di Blade Runner, il canadese Denis Villeneuve si è cimentato con una fantascienza di tipo diverso: con il filone della cosiddetta “fantascienza esistenziale”. Vicino a Interstellar, e debitore dello Spielberg di Incontri ravvicinati e di certa estetica malickiana (anche nei contenuti un po’ new age), Arrival è stato presentato al Festival di Venezia e a quello di Toronto, gioca con le teorie linguistiche di de Sassure conta su una forte interpretazione di Amy Adams, protagonista assoluta. Ciò nonostante, non è tra in prima linea per la lotta alla statuetta.

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2. Barriere

Opera terza da regista di Denzel Washington, dopo Antwone Fisher e The Great Debaters, è l’adattamento cinematografico dell’opera teatrale del 1983 Fences di August Wilson, vincitrice del premio Pulitzer per la drammaturgia. Wilson, morto nel 2005, è accreditato come sceneggiatore assieme a Tony Kushner. Washington, in vero e proprio tour de force attoriale, interpreta con intensità il ruolo di un uomo, marito e padre, vittima dei propri dolori e delle proprie frustrazioni, che lo porteranno a scontrarsi col figlio e con la moglie nella Pittsburgh degli anni Cinquanta. Non è in lizza solo perché in quota black, ma difficilmente sbaraglierà la concorrenza.

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3. La battaglia di Hacksaw Ridge

Il film che, in un colpo solo, ha riabilitato Mel Gibson agli occhi di Hollywood dopo anni di eccessi, controversie, arresti e polemiche. La battaglia di Hacksaw Ridge racconta con lo stile che è proprio del suo regista (uno stile ideologico e senza compromessi, senza mezze misure e che prevede l’adesione totale al racconto) la storia vera del obiettore di coscienza dell’esercito statunitense, arruolatosi volontario durante la II Guerra Mondiale e divenuto un eroe per aver salvato decine di commilitoni senza mai prendere in braccio un fucile. A interpretare Desmond Doss c’è Andrew Garfield, protagonista anche di quel Silence di Martin Scorsese che l’Academy ha snobbato praticamente del tutto.

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4. Il diritto di contare

Un altra storia vera, quella di tre donne nere (Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson) che nell’America ancora razzista e segregazionista d’inizio anni Sessanta hanno dato – ognuna a suo modo – un contributo fondamentale al successo delle missioni della NASA che portarono John Glenn nello spazio prima, e l’equipaggio dell’Apollo XIII sulla Luna poi. Per quanto, considerato il genere e la storia, vada riconosciuto che il regista Theodore Melfi abbia tentito il livello della retorica e della melassa sentimentale a livelli sorprendentemente bassi, e che il film non sia banalmente brutto, Il diritto di contare è un feel good movie che è in lizza più per ragioni politiche che altro. Ma, proprio per questo, conoscendo l’Academy, potrebbe venire fuori un po’ a sorpresa.

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5. Hell or High Water

Dei nove candidati al titolo di miglior film, questo diretto da David Mackenzie (che venne presentato in anteprima al Festival di Cannes, sezione Un certain regard) è quello che forse meno degli altri ci si sarebbe aspettato di trovare in lista. Siamo nel genere puro, una storia western ambientata ai giorni nostri e sottilmente intrisa di politica, dove i due delinquenti di turno (Chris Pine e Ben Foster, fratelli sullo schermo) sono due diseredati messi all’angolo dalla società turbo-capitalista, mentre Jeff Bridges gli dà la caccia con fare stanco e monumentale. Un film crepuscolare, Hell or High Water, che però difficilmente otterrà più di quel che già ha avuto.

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6. La La Land

Quello di Damien Chazelle, che dopo aver aperto il Festival di Venezia 2016 ha conquistato pubblico e critica di tutto il mondo, vinto ogni genere di riconscimento ed eguagliato il record di 14 nomination agli Oscar detenuto da Eva contro Eva e Titanic, è un film che ha bisogno di ben poche presentazioni. Un musical coloratissimo ma amaro sui sientimenti e sull’impossibilità di conciliare sentimenti e carriera, che racconta il jazz, che ha come protagonista l’affiatatissima coppia formata da Emma Stone e Ryan Gosling, alla loro terza collaborazione dopo Crazy, Stupid, Love e Gangster Squad. In assoluto il film meno politico della lista, ma forse solo in apparenza, è sicuramente il grande favorito alla vittoria.

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7. Lion

Tratto da una storia tanto vera quanto incredibile, quella di un ragazzo indiano adottato da una coppia australiana che, tramite Google Maps e internet e i suoi pochi ricordi di bambino, ha ritrovato la famiglia biologica persa vent’anni prima, Lion è il tipico film da Oscar fatto di buoni sentimenti, retorica e un cast azzeccato: che in questo caso è composto da Dev Patel, Nicole Kidman e Rooney Mara. Diretto da Garth Davis e presentato nel corso della Festa del Cinema di Roma dopo l’anteprima di Toronto, ha ottenuto sei nomination, ma difficilmente porterà a casa un gran bottino. E come miglior film le speranze sono davvero poche.

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8. Manchester by the Sea

Per qualcuno sarà anche “il classico indie per intellettuali boccaloni”, ma per molti il dramma diretto da Kenneth Lonergan, che solo in apparenza può sembrare appartenere a quell’altra sotto-categoria cinematografica di film nei quali le sfighe si accumulano senza soluzione di continuità, è una delle cose migliori che si son viste quest’anno. Tante tragedie, sì, ma raccontate con misura ed equilibrio, con toni composti non comuni nel cinema e nella società di oggi, con Casey Affleck splendido e dolente protagonista che si fa carico di tutte queste pene. Potrebbe essere, anche agli Oscar, il Gente comune del Terzo Millennio.

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9. Moonlight

Scritto e diretto da Barry Jenkins, basato sull’opera teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue” di Tarell Alvin McCraney, Moonlight è un dramma in tre atti che racconta di infanzia, adolescenza e età adulta di un giovane ragazzo nero che vive in un brutto quartiere di Miami segnato da droga e violenza. Un film che, raccontando dell’omosessualità del suo protagonista, e del suo essere preso sotto tutela da uno spacciatore dal cuore d’oro (il bravo Mahershala Ali), rivoluziona una serie di stereotipi sulla cultura machista e gangsterista afroamericana. Con La La Land è il film che ha raccolto i maggiori consensi di critica e che, con lui, ha fatto piazza pulita in questa stagione dei premi. Con quello di Chazelle, questo film i Jenkins è il più accreditato per la vittoria finale.

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