“Avatar”: ecco il simbolo nascosto che non avevate mai notato prima

Bisognerà aspettare altri due anni prima che il sequel di Avatar sbarchi in sala (qui per la trama ed il cast). Il secondo capitolo della saga sci-fi ideata da James Cameron, nel cui cast ritroveremo Sam Worthington e Zoe Saldana, non sarà distribuito prima di Natale 2017, come confermato dallo stesso regista poche settimane fa.

Il successivo capitolo arriverà al cinema nel 2018, mentre il quarto e conclusivo episodio sarà visibile soltanto nel 2019, ad un decennio esatto dal primo film.

Agli spettatori rimasti affascinanti dal mondo degli Na’vi, la specie umanoide che abita il pianeta Pandora, non resta che pazientare e ritornare sulla prima installazione di Avatar, tuttora considerata la pellicola con gli incassi più alti mai registrati nella storia del cinema (oltre 2,7 miliardi di dollari). Dopo tutto, il film rimane ricco di spunti e curiosità forse passati inosservati alla prima visione.

Non saranno in molti, ad esempio, ad aver notato la rappresentazione della bandiera americana intravedibile in una delle prime scene. Il vessillo a stelle e strisce non compare come lo conosciamo – nel film infatti non viene fatto riferimento agli Stati Uniti – , ma sotto forma di vetrata, sullo sfondo della sala in cui la spedizione umana accoglie le nuove reclute.

Avatar, la bandiera americana nascosta in una delle scene iniziali

Nel presentare il suo progetto più ambizioso, James Cameron non ha mai nascosto il messaggio ambientalista di Avatar: a smuovere la trama c’è un’umanità sempre più avida di energia, pronta a tutto pur di appropriarsi delle risorse naturali di Pandora, senza alcuna considerazione per le inevitabili conseguenze che si ripercuoteranno sulla popolazione locale. L’inserimento della bandiera americana non può che essere letta come una critica al mondo occidentale, un richiamo ai potenti del mondo affinché si faccia di tutto per evitare che il lontano futuro immaginato sul grande schermo diventi realtà.

Vedo il film – dichiarava Cameron nel 2009 – come una metafora ampia, anche se non in senso politico come alcuni vorrebbero, di come trattiamo il mondo naturale. Lo sentiamo come un diritto: “Siamo qui, abbiamo le armi e la tecnologia, abbiamo la conoscenza, quindi tutto ciò che è su questo pianeta ci spetta“. Non funziona così e lo capiremo con le cattive se non ci facciamo furbi e cerchiamo di bilanciare la nostra vita con il ciclo naturale della Terra“.