10 migliori film sulla Shoah per non dimenticare

Una pagina di storia intrisa di sangue, senza respiro né giustificazione viene ricordata in occasione del “Giorno della memoria” per i morti della Shoah nello sterminio sistematico di circa 5 dei 7,5 milioni di ebrei  insieme ai civili Slavi, prigionieri di guerra, dissidenti politici, Rom e Sinti, portatori di handicap, omosessuali e Testimoni di Geova, tutti annientati dal Nazismo poiché ritenuti “indesiderabili” dal regime.

Il cinema in questo ha, nel corso del tempo, voluto dedicare la sua visione a 360 gradi al problema, realizzando film di ampio respiro che attraverso la ricostruzione della testimonianza storica e non solo, ha creato autentici capolavori.

Ecco qui una lista deli migliori 10 film sulla Shoah e sull’Olocausto ritenuti più belli e significativi proprio per non dimenticare quel 27 gennaio 1945.

10) Jona Che Visse Nella Balena (1993) di Roberto Faenza

Tratto dal romanzo autobiografico di Jona Oberski, racconta la vita nei campi di concentramento attraverso gli occhi di un bambino. Il piccolo Jona, di soli 4 anni, viene portato assieme alla sua famiglia nel lager di Westerbork, quindi a Bergen-Belsen. Qui vide morire il padre per malnutrizione. Dopo 3 anni, Jona e la madre, vengono fatti salire su un treno per Auschwitz. Proprio su quel treno succederà l’inaspettato.

9) Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu

Nel 1941, per evitare la deportazione, gli abitanti di uno shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno allestiscono un finto convoglio ferroviario sul quale alcuni di loro sono travestiti da soldati tedeschi e partono nel folle tentativo di raggiungere il confine con l’URSS e di lì proseguire per la Palestina, la terra promessa.

8) Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman

Bruno è un bambino di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Decisamente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignora le continue indicazioni della madre, che gli proibisce di esplorare il giardino posteriore e si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Lì, incontra Shmuel, un ragazzo della sua età che vive un’esistenza parallela e differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentramento.

7) Kapò (1959) di Gillo Pontecorvo

Portata in un campo di concentramento nazista, Nicole, un’ebrea adolescente, vede morire i suoi genitori nella camera a gas. Una disperata paura di morire spinge la ragazza a prostituirsi freddamente ai suoi aguzzini, ed a schierarsi dalla loro parte, tradendo la sua razza. Ella diventa una Kapo’, cioè la feroce guardiana delle sue compagne di sventura.

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6) Il Diario di Anna Frank (1959) di George Stevens 

Otto Frank regala alla figlia Anna un diario in occasione del suo compleanno. Lei si affeziona all’oggetto tanto da annotare su di esso tutte le sue paure e le vicende che accadono nella soffitta in cui abita. Non mancano riferimenti a quanto accade nel mondo esterno, secondo le notizie portate agli ospiti della soffitta. Il film/diario si conclude quando nel 1944 le SS, scoperto il nascondiglio, sfondano la porta della soffitta e deportano tutti nei lager nazisti.

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5) La Tregua (1997) di Francesco Rosi

Dalla preziosa testimonianza diretta del deportato Primo Levi è l’ideale seguito del romanzo Se Questo è Un Uomo (1947). Nel gennaio del 1945 i soldati russi arrivano a Buna-Monowitz (Polonia), una delle trentanove sezioni del lager di Auschwitz. Alla fine di febbraio il chimico ebreo torinese Primo Levi (John Turturro) comincia il lungo viaggio di ritorno che dura quasi otto mesi tra destinazioni incerte, derive, soste obbligate, peripezie, vagabondaggi.

4) La Scelta di Sophie (1982) di Alan J. Pakula

Stati Uniti, 1947. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Stingo, un giovane della Virginia aspirante scrittore, ha lasciato l’uniforme dei Marines e la fattoria paterna per cercare fortuna a New York. Arrivato in città, trova sistemazione a Brooklyn in una casa bizzarra,  composta da Sophie Zawistowska, una donna polacca, immigrata dopo aver subito la terribile esperienza del campo di concentramento di Auschwitz, e Nathan Landau, un intellettuale ebreo raffinato con oscillazioni d’umore sconcertanti, ossessionato dall’olocausto e dalla conseguente morte di sei milioni di ebrei.

3) Schindler’s List (1993) di Steven Spielberg

L’industriale tedesco Oskar Schindler, in affari coi nazisti, usa gli ebrei dapprima come forza-lavoro a buon mercato, un’occasione per arricchirsi. Gradatamente, pur continuando a sfruttare i suoi intrallazzi, diventa il loro salvatore, strappando più di 1100 persone dalla camera a gas. Un’altra grande testimonianza dell’Olocausto che sarebbe rimasta insaputa, ma anche uno dei progetti più ambiziosi di Spielberg che, con il suo bianco e nero, rimarrà nella storia del cinema.

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2) Il Pianista (2002) di Roman Polanski

Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dove sperimenta sulla pelle la sofferenza e l’umiliazione. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e un ufficiale tedesco lo aiuta a sopravvivere. Dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coinvolgimento troppo personale, Polanski optò nel 2002 per questa storia più leggera, essendo stato anche lui uno dei deportati nei campi di concentramento.

1) La Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni

Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora sul finire degli anni ’30 della maestrina Dora, la corteggia in modi stravaganti e la sposa. Sei anni dopo sono venute le leggi razziali (1938), la guerra e le deportazioni. Guido con il figlioletto Giosuè parte per il campo di concentramento. Dora, che ebrea non è, li segue volontariamente. Per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio.

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